In occasione della Giornata mondiale del diabete, parliamo del diabete.
Nel nostro Paese il diabete mellito colpisce 3,5 milioni di persone, circa il 5,9% della popolazione, ma i numeri sono in costante aumento a causa degli stili di vita sedentari e a alimentazioni sempre meno equilibrate.
Il diabete di tipo 2 o mellito è una malattia cronica, caratterizzata da un eccesso di glucosio nel sangue, tali da causare gravi disabilità. È il più diffuso al mondo e rappresenta il 90% dei casi. A differenza del diabete di tipo 1, non prevedibile e frutto di una reazione autoimmunitaria, l’insorgenza del diabete mellito è prevedibile e contenibile attraverso il controllo costante e un’alimentazione corretta, accompagnata da adeguata attività fisica.
Obesità, fumo, consumo eccessivo di alcool, ne favoriscono la comparsa anche in giovane età, abbassando molto le fasce più a rischio, individuate di solito nei pazienti di età adulta. Si stima infatti che questo tipo di diabete raggiunge il valore 21% nelle persone di età uguale e superiore ai 75 anni. Ma se è vero che il più delle volte la sua insorgenza è legata all’età, è altrettanto vero che stili di vita salutari e il monitoraggio dei valori, soprattutto in età adulta, hanno un impatto decisivo nel suo contenimento.
Inoltre, controlli periodici sono necessari perché il suo inizio è sfumato, con sintomi inizialmente poco evidenti fino a quelli più indicativi come una sete intensa, il frequente bisogno di urinare, aumento dell’appetito e costante affaticamento.
Una volta accertata la presenza del diabete mellito, è fondamentale intervenire immediatamente con una correzione degli stili di vita e un controllo sistematico della glicemia nel tempo. L’eventuale somministrazione di farmaci anti diabetici è strettamente legata al quadro clinico del paziente e alla prevenzione connesse alle complicanze a lungo termine che il diabete può avere su altri organi.
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